Questa sala espone una ampia collezione di rulli traforati per autopiano. Si tratta di lunghe strisce di carta avvolte attorno ad un cilindro che, attraverso un accurato processo di perforazione, riportano in forma codificata una o più composizioni musicali. La loro applicazione ad un autopiano (come quello presente in questa sala) consente di far eseguire automaticamente allo strumento le composizioni in essi contenute.
I rulli per autopiano furono inventati negli ultimi anni dell’Ottocento, ma la loro produzione fiorì nel primo trentennio del Novecento, per poi rapidamente decadere per il sopravvento del disco e delle trasmissioni radiofoniche. Tutte le ditte produttrici chiusero i battenti nei primi anni Trenta del secolo scorso, sebbene ve ne siano alcune (poche) che tuttora ne producono per un mercato di appassionati cultori.
Dopo un periodo iniziale di alcuni anni, durante i quali le ditte crearono rulli di formati molto vari, la produzione dei rulli si assestò dapprima sullo standard a 65 fori per poi stabilizzarsi su quello a 88 fori. I fori corrispondono ciascuno ad un singolo tasto del pianoforte, ad eccezione dei fori disposti ai lati esterni della foratura, che – quando presenti – servono a gestire automaticamente il pedale o a dare maggiore potenza sonora alla melodia rispetto all’accompagnamento.
Molto importante è anche la differenziazione fra i rulli cosiddetti “metronomici”, ossia prodotti a tavolino riportando meccanicamente il testo derivato da uno spartito, e i rulli “reproducing”, ossia quelli perforati direttamente da un pianista in azione, che registrano quindi una esecuzione effettivamente avvenuta: questi ultimi sono in certo modo testimoni della prassi esecutiva dell’epoca e precedono le analoghe testimonianze che possiamo ricavare dalle incisioni discografiche.
Il luogo d’elezione per l’uso dell’autopiano era il salotto della media borghesia, che poteva permettersi il costo di uno strumento così attrezzato e di una collezione di rulli. Non bisogna però dimenticare altri possibili impieghi dei rulli sonori, come per esempio nei locali pubblici o per l’accompagnamento musicale dei film muti nelle sale cinematografiche.
Il repertorio musicale spazia dai brani classici più tradizionali (sonate, sinfonie, opere celebri) a quelli di autori minori, all’epoca in voga e ora meno noti, dalla musica leggera alla musica militare e patriottica (debitrice anche del periodo storico in cui essi fiorirono).
Questa sala conserva prevalentemente rulli della ditta cremonese FIRST (Fabbrica Italiana Rulli Sonori Traforati), la più grande azienda del settore nell’Italia del secolo scorso. Il suo catalogo annovera oltre 5500 titoli in rulli di tipo esclusivamente metronomico. Particolarmente interessanti i rulli della serie “Vocalist” (nella prima colonna a sinistra, entrando nella sala) che riportano, sul lato destro del rullo in scorrimento, il testo della canzone contenuta nel rullo ed eseguita solo pianisticamente: un antesignano della moderna pratica del karaoke!
Sebbene la collezione sia di recente costituzione, le sue origini sono piuttosto incerte e scarsamente documentate; è comunque possibile determinare quanto segue:
• al 1972 risale la donazione di un autopiano (per rulli a 88 note, con la funzione Themodist) e di un gruppo di circa 20 rulli da parte della famiglia Galuzzi Guarneri di Palermo;
• un numero imprecisato di rulli è stato raccolto dal Direttore della allora Scuola di Paleografia e Filologia Musicale, Prof. Raffaello Monterosso, che in momenti diversi li ricevette in dono o li acquistò sul mercato antiquario;
• nel 1980 circa 30 rulli pervengono alla collezione da parte del signor Fausto Genzini di Cremona;
• il 6 giugno 1991 perviene una donazione di 5 rulli effettuata dalla signora Elvira Taccone di Pavia;
• il 28 febbbraio 2013 Michele D’Alessandro, nipote dell’omonimo fondatore della ditta FIRST, dona due rulli;
• il 22 novembre e il 14 dicembre 2014 la AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana) dona 1082 rulli, in parte derivanti da una precedente donazione di Carla Pozzi (Arcore, MB);
• nell’aprile del 2016 la AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana) dona ulteriori 313 rulli;
• fra febbraio e giugno 2017 Pietro Zappalà (Cremona) dona 29 rulli;
• nel marzo 2017 Antonio Latanza (Roma) dona 523 rulli;
• nel giugno 2017 Gianmario Merizzi e Robero Bolelli (Bologna) donano 20 rulli;
• nel luglio 2017 Livia de Felici e Giovanni Martignetti donano 142 rulli.
Solo un ridotto numero di questi rulli rientra nella categoria dei “reproducing”. La maggior parte della collezione è composta invece da rulli metronomici.
Sebbene I rulli FIRST rappresentino la maggioranza del fondo, sono presenti in numero sensibilmente inferiore esemplari di altre ditte italiane quali “Aurora & Apollo”, “Fratelli Cigna” di Pollone (Biella), LIRA (Lavorazione Italiani Rulli Autopianistici di Giuseppe Cavana, Torino). La produzione straniera vede rulli delle ditte Aeolian, Animatic, Artista, Artists’ Music Roll, Connazional, Connorized, Duo Art, Eighty-eight note, EMP, Empeco, Hupfeld, Italian Style, Milton, Odeola, Pennino, QRS, Universal, Victoria ed altri ancora.
Vi sono infine alcuni rulli non identificati o perché fortemente danneggiati o perché privi di scatola con le etichette o qualsiasi altro elementi identificatore.
Una prima catalogazione del fondo, limitata però alla sua consistenza nel 1996 (938 rulli totali), è stata effettuata da Maddalena Schito, e riportata in Catalogo della collezione di rulli per pianola della Scuola di Paleografia e Filologia musicale, Tesi di laurea in Musicologia, Cremona, Scuola di Paleografia e Filologia Musicale dell’Università di Pavia, 1996.
In misura minore per quantità, ma non per interesse, il fondo consta anche in una collezione di cartoni forati realizzati appositamente per strumenti diversi dall’autopiano per fattura, ma non per funzione. La riproduzione meccanica della musica passava anche attraverso strumenti quali organi, organetti e pianoforti di diverse dimensioni, fatture e meccaniche. I cartoni rappresentano un’ “incisione” della musica meccanica leggermente diversa da quella dei rulli, ma riconducibile allo stesso principio.
Il Museo si arricchisce di due strumenti atti alla riproduzione di suddetti rulli e cartoni:
• il piano automatico Aeolian Skinner , dotato dei sistemi Metrostyle (che interviene sulla velocità di scorrimento dei rulli), e Themodist (che rende possibile l’accentuazione di singole note e le variazioni dinamiche del fraseggio);
• un pianino della ditta bolognese “Racca ”, ditta fondata da Giovanni Racca (1832-1902) del Fondo Scotto di Vetta.
È in corso un progetto di scansione integrale della collezione, a salvaguardia di un repertorio che rischia la scomparsa a causa della delicatezza del materiale cartaceo che lo ospita. La digitalizzazione ha come sottoprodotto anche la possibilità di derivare file sonori digitali dei singoli rulli (si ringrazia per la collaborazione l’AMMI – Associazione Musica Meccanica Italiana).