L’Ancia

Con questo termine si definisce una linguetta realizzata in canna, fibra sintetica o metallo, sufficientemente sottile per entrare in vibrazione al passaggio dell’aria. Forse tutti abbiamo sperimentato l’uso di un ancia cercando di far risuonare un filo d’erba tenuto ben teso tra le mani.

L’ancia è un dispositivo in sé molto semplice, che viene applicato a un supporto che ne consente la vibrazione. Esistono però anche strumenti ad ancia idioglottide ossia direttamente ricavata, attraverso un intaglio, sul corpo dello strumento: questo è ad esempio il principio costruttivo della launeddas sarda.

Sono sostanzialmente due i modi in cui un ancia può vibrare: frangersi sui bordi del supporto a cui è ancorata, nel momento di massimo avvicinamento ad esso, oppure compiere un oscillazione completa senza toccare in alcun modo il regolo a cui è ancorata, passandovi esattamente nel centro, nella finestra appositamente costruita. Il primo principio di funzionamento appena descritto è quello dell’ancia battente, semplice, come nella famiglia dei clarinetti o doppia come in quella degli oboi. Anche in alcune particolari tipologie di canne d’organo, le canne ad ancia appunto, è presente un meccanismo del tutto simile all’ancia semplice battente. Si tratta di una linguetta in metallo e non in canna naturale (Arundo Donax) o fibra sintetica.

Il secondo modello di funzionamento è invece quello dell’ancia libera, comune ad harmonium, fisarmonica, armonica a bocca e sheng.

Sono proprio questi strumenti i protagonisti del viaggio che state per intraprendere. Nelle prossime sale capirete meglio il funzionamento dell’ancia e incontrerete molti tipi diversi di harmonium e non solo. Ogni strumento ha molte storie da raccontare e qui non possiamo fare che brevi accenni, che speriamo stimolino la vostra curiosità.

Luca Rossi